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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

La Habana, Cuba, 28 e 29 Gennaio 2014

I Capi di Stato e di Governo dell'America Latina e dei Caraibi, si sono riuniti a L'Avana, Cuba, in occasione del Secondo Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), svoltosi il 28 e 29 gennaio 2014.

Ribadendo la validità del patrimonio storico della Comunità, integrata, a sua volta, dal patrimonio storico del Gruppo di Rio e dal Vertice dell'America Latina e dei Caraibi sullo sviluppo e l'integrazione e con le Dichiarazioni, Comunicati Speciali e le decisioni adottate nel I Vertice della CELAC, tenutosi a Santiago del Cile, il 27 e 28 gennaio 2013; nel Vertice Fondativo di Caracas, il 3 dicembre 2011; nel Vertice dell'Unità dell'America Latina e dei Caraibi, tenutosi a Riviera Maya, Cancun, in Messico, il 23 febbraio 2010; in occasione del Vertice dell'America Latina e dei Caraibi su Integrazione e Sviluppo, iniziate a Salvador de Bahia, in Brasile, il 16 e 17 dicembre 2008 e nel processo di convergenza che ha portato alla CELAC.

Sottolineando che a due anni dall'inizio dell'attività della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Carabi, abbiamo costruito uno spazio di dialogo e di concertazione politica che ci unisce e rende possibile l'aspirazione di lavorare insieme per il bene dei nostri popoli; che permette, a sua volta, una migliore integrazione e la proiezione della nostra regione a livello internazionale.

Ratificando oggi la nostra volontà irrevocabile di rafforzare questo spazio di dialogo politico efficace. Siamo stati, siamo e saremo diversi e a partire da questa diversità dobbiamo identificare le sfide e gli obiettivi comuni e i piani di convergenza che ci permetteranno di progredire nel processo d'integrazione della nostra regione. Rafforziamo la nostra democrazia e i diritti umani per tutti; diamo maggiori opportunità alla nostra gente; costruiamo società più inclusive; miglioriamo la nostra produttività; scuotiamo il nostro commercio; miglioriamo la nostra infrastruttura, la connettività e le reti necessarie che uniscono sempre più i nostri popoli; lavoriamo per lo sviluppo sostenibile, per superare le disuguaglianze e per una più equa distribuzione della ricchezza, in modo che ognuno senta che la democrazia dà senso alla propria vita. Questa è la missione della CELAC, questo è il compito a cui siamo stati chiamati e questa è la responsabilità politica che abbiamo davanti a noi e della quale dobbiamo dar conto ai nostri popoli.

1. Ribadiamo che l'unità e l'integrazione della nostra regione devono essere costruiti gradualmente, in modo flessibile, con il rispetto del pluralismo, della diversità e del diritto sovrano di ciascuno dei nostri popoli a scegliere la loro forma di organizzazione politica ed economica. Ribadiamo che la nostra Comunità si fonda sul pieno rispetto degli Scopi e Principi della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale, la soluzione pacifica delle controversie, il divieto dell'uso e della minaccia dell'uso della forza, il rispetto all'autodeterminazione, alla sovranità, l'integrità territoriale, la non ingerenza negli affari interni di ogni paese, la protezione e la promozione di tutti i diritti umani, lo Stato di Diritto a livello nazionale e internazionale, favorendo la partecipazione dei cittadini e la democrazia. Allo stesso, ci impegniamo a lavorare congiuntamente per il bene della prosperità per tutti, in modo da sradicare la discriminazione, la disuguaglianza e l'emarginazione, le violazioni dei diritti umani e le trasgressioni allo Stato di Diritto.

2. Riaffermiamo come principio generale, che il rafforzamento della CELAC come forum e attore politico internazionale è una delle nostre priorità. In questo contesto, consideriamo fondamentale cercare di migliorare il coordinamento e la cooperazione tra i membri della CELAC, nel quadro degli organismi internazionali, a condizione che questo sia possibile e realizzabile.

3. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze per la morte del Comandante Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías, avvenuta il 5 marzo 2013, uno dei principali fondatori e sostenitori della CELAC, umanista instancabile e promotore dell'unione latinoamericana e caraibica, che ha lottato contro l'esclusione sociale, la povertà e ha potenziato lo sviluppo integrale della regione.

4. Sottolineiamo la nostra intenzione di continuare ad avanzare insieme nella concertazione ed integrazione latinoamericana e caraibica e nel consolidamento della nostra Comunità, conforme agli ideali e ai sogni dei nostri liberatori ed eroi. Ratifichiamo la nostra decisione di istituire azioni che ci permettono di prevenire e, se necessario, affrontare in modo coordinato, gli effetti dell'attuale crisi internazionale di molteplici interrelazioni, che continua ad avere un impatto negativo negli sforzi dei nostri paesi per promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile e globale della regione.

5. Promuoviamo una visione di sviluppo integrale e inclusivo, al fine di garantire uno sviluppo sostenibile e produttivo, in armonia con la natura, in quegli ambiti in cui possiamo costruire sinergie, in particolare in settori quali l'energia, le infrastrutture, il commercio intra-regionale, la produzione alimentare, le industrie intermedie, gli investimenti e il finanziamento, al fine di raggiungere un maggiore sviluppo sociale per i nostri popoli.

6. Assumiamo il nostro impegno allo sviluppo regionale integrato, inclusivo ed equo, tenendo conto dell'importanza di garantire un trattamento favorevole alle economie piccole e vulnerabili, ai paesi in via di sviluppo, senza sbocco sul mare e Stati insulari.

7. Salutiamo gli importanti risultati raggiunti nelle Riunioni dei Coordinatori Nazionali e dei Ministri degli Affari Esteri tenutesi finora e chiamiamo all'attuazione delle decisioni e mandati contenuti negli accordi raggiunti, sulla base dei principi di flessibilità e di partecipazione volontaria.

8. Riconosciamo che l'esperienza dei due anni di esistenza della CELAC, dimostra l'importanza del dialogo permanente per rafforzare il consenso su questioni di interesse regionale, sulla base dei principi di solidarietà, complementarietà con altre esperienze o istituzioni regionali e sub-regionali e la cooperazione, orientate ad ottenere risultati efficaci per raggiungere lo sviluppo sostenibile, solidale e inclusivo dei paesi dell'America Latina e dei Caraibi. Sottolineiamo i progressi nel dialogo con i Meccanismi regionali e sub-regionali di integrazione.

9. Chiediamo alla comunità internazionale di intervenire con urgenza per affrontare le fragilità e gli squilibri sistemici. Esprimiamo la nostra volontà di lavorare congiuntamente per superare le sfide che ci presenta lo scenario internazionale attuale e realizzare sforzi per aumentare i ritmi di crescita economica sostenuta, dinamica e di lungo termine dinamico per la regione, che porteranno a una maggiore equità sociale ed integrazione dell'America Latina e Caraibi, tenendo conto del valore dell'imprenditorialità e delle PMI come strumenti per rafforzare le economie nazionali.

10. Riaffermiamo che per l'eliminazione della povertà e della fame è necessario promuovere politiche economiche che favoriscano la produttività e lo sviluppo sostenibile delle nostre nazioni, lavorando per rafforzare l'ordine economico mondiale a beneficio dei nostri paesi, promuovendo la complementarità, la solidarietà e la cooperazione e facendo rispettare gli impegni di assistenza allo sviluppo da parte dei paesi sviluppati.

11. Riaffermiamo la nostra volontà per favorire la crescita, il progresso, l'inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile dei nostri Stati, formulando e sviluppando piani, politiche e programmi nazionali con obiettivi qualificabili e calendarizzabili, finalizzati alla universalizzazione del godimento e dell'esercizio dei diritti economici, sociali e culturali, con priorità a coloro che vivono in estrema povertà e ai settori in situazioni vulnerabili come le popolazioni indigene, afro - discendenti, donne, bambini, persone con disabilità, gli anziani, i giovani e i migranti.

12. Salutiamo il successo della Terza Conferenza Globale sul Lavoro Minorile e ribadiamo il nostro impegno per l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016, così come l'eliminazione del lavoro minorile nel più breve tempo possibile.

13. Salutiamo l'adozione della Dichiarazione e Piano d'Azione di Caracas delle autorità di Sviluppo Sociale per Sradicare la Fame e la Povertà. Continueremo a lavorare su piani, politiche e programmi nazionali per ridurre progressivamente le disparità di reddito che sono alla base stessa della fame, la povertà e l'esclusione sociale attraverso, tra le altre, politiche fiscali progressive, la creazione di impieghi formali permanenti, di protezione, di assistenza e sicurezza sociale, lo stabilimento di salari minimi e il loro aumento progressivo, che si concretizzeranno secondo le capacità di ogni membro della CELAC, aumentando gradualmente l'investimento sociale.

14. Attribuiamo la massima priorità al rafforzamento della sicurezza alimentare e nutrizionale, l'alfabetizzazione e post - alfabetizzazione, l'educazione generale pubblica gratuita, l'educazione tecnica, professionale e superiore di qualità e di pertinenza sociale, il possesso della terra, lo sviluppo dell'agricoltura, includendo quella famigliare e contadina e del lavoro dignitoso e duraturo, il sostegno ai piccoli produttori agricoltori, l'assicurazione al disoccupato, la sanità pubblica universale, il diritto a un alloggio adeguato per tutti e tutte e lo sviluppo produttivo ed industriale come fattori fondamentale per l'eliminazione della fame, della povertà e dell'esclusione sociale.

15. Ribadiamo il nostro impegno a lavorare insieme per rafforzare i meccanismi nazionali, regionali e multilaterali nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali e assicurare l'integrazione culturale dei nostri popoli, promuovendo lo scambio di conoscenze culturali, tradizionali e moderne.

16. Riconosciamo che i popoli indigeni e le comunità locali svolgono un ruolo importante nello sviluppo economico, sociale e ambientale, così come l'importanza delle pratiche agricole tradizionali sostenibili, legate alla biodiversità e all'utilizzo delle proprie risorse, il loro diritto di accesso all'acqua adeguato per l'irrigazione in conformità con le leggi di ogni paese e i sistemi comunali di possesso della terra e la fornitura di sementi tradizionali e l'accesso al finanziamento e ai mercati.

17. Decidiamo di rafforzare, in modo integrale, la base produttiva con particolare attenzione alle pratiche locali e culturali sostenibili delle popolazioni indigene e delle comunità locali, per una gestione integrata che ottimizza l'uso e l'accesso all'acqua per l'irrigazione, da una visione di gestione di bacini, il recupero della fertilità del suolo attraverso il reintegro della copertura vegetale, fertilizzanti organici, terrazze e la conservazione e valorizzazione della biodiversità, attraverso il recupero e la riproduzione di sementi nativi e la produzione di sementi migliorate.

18. Sottolineiamo il ruolo fondamentale delle politiche pubbliche a riconoscere il prezioso contributo del settore privato, della società civile, dei movimenti sociali e della società nel suo complesso. Prendiamo atto dei progressi compiuti e ci impegniamo a continuare a spingere attivamente, con rispetto alle priorità e strategie nazionali di sviluppo di ogni Stato per raggiungere gli obiettivi di sradicare la fame, la povertà e l'esclusione sociale. Riconosciamo a tal fine l'importanza della cooperazione internazionale, regionale e bilaterale.

19. Riconosciamo le iniziative nazionali, sub-regionali e regionali dirette a garantire il diritto umano all'alimentazione e promuovere la sicurezza alimentare e nutrizionale, ridurre i livelli di povertà e promuovere la piena inclusione e salutiamo i progressi raggiunti in questi impegni, allo stesso modo in cui sottolineiamo che per garantire ulteriori successi devono essere privilegiate la complementarietà e la solidarietà tra le nostre nazioni.

20. Ribadiamo il nostro impegno a rafforzare i meccanismi di controllo in ciascun paese per i programmi e progetti sociali che si implementano nei diversi settori, con particolare attenzione ai gruppi di popolazioni più vulnerabili, al fine di valutare con una prospettiva multidimensionale il loro impatto e condividere le migliori pratiche con gli altri paesi della regione.

21. Sosteniamo l'Iniziativa America Latina e Caraibi Senza Fame 2025.

22. Riaffermiamo la nostra volontà di promuovere programmi regionali, sub-regionali bilaterali e triangolari di cooperazione per lo sviluppo, nonché una politica regionale di Cooperazione Sud-Sud e Triangolare, tenendo conto delle caratteristiche e delle esigenze specifiche delle diverse aree e sub-regioni, così come di ciascuno dei paesi che le compongono.

23. Riconosciamo, in questo senso, al Caraibi insulare e Centro America, così come pure ai paesi della costa settentrionale del Sud America con aree costiere basse, come alle sub-regioni più vulnerabili dal punto di vista economico, sociale e ambientali e ci impegniamo a promuovere il commercio solidale e complementare, gli investimenti e i progetti e azioni di cooperazione volte a superare le sfide differenti e le difficoltà connesse con la loro vulnerabilità.

24. Ci impegniamo a continuare a contribuire allo sforzo di ricostruzione e di sviluppo di Haiti in conformità con gli ambiti prioritari definiti dal suo governo e nel pieno rispetto della sua autorità e sovranità, così come il principio di non intervento negli affari interni, in conformità con la risoluzione sulla cooperazione speciale con Haiti adottata dai ministri degli Affari Esteri e ratificata dai Capi di Stato e/o di Governo al I Vertice della CELAC. Esortiamo i Governi, i donatori tradizionali e le istituzioni finanziarie internazionali affinché sostengano con maggiore ampiezza e rapidità, l'attuazione del Piano di Sviluppo Strategico Nazionale (NSDH) del governo di Haiti, in particolare nel settore dell'agricoltura. Vi invitiamo anche a sostenere il Piano Nazionale per l'Eliminazione del Colera, che ha bisogno di misure urgenti di prevenzione e controllo, così come gli investimenti in infrastrutture per l'acqua, servizi igienico-sanitari e il rafforzamento delle capacità delle istituzioni del paese.

25. Affermiamo, che per lo sviluppo di un'Agenda Strategica Regionale sulla Gestione Integrale del Rischio di Disastri, è necessario che la tematica sia riconosciuta come un processo integrato per azioni relative alle stime e riduzione del rischio, la preparazione, l'assistenza umanitaria e la ricostruzione, che devono far parte di un Piano d'Azione coordinato e articolato tra gli enti locali, nazionali, sub-regionali e regionali.

26. Ci impegniamo a continuare a stringere solidi principi regionali per il riconoscimento dei diritti dei migranti, così come per rafforzare il coordinamento delle politiche migratorie regionali e di posizioni comuni nei negoziati globali in materia di migrazione, in particolare, nella promozione del dibattito internazionale sul nesso tra la migrazione, lo sviluppo e i diritti umani.

27. Riaffermiamo la nostra volontà e impegno per proseguire nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

28. Ratifichiamo l'importanza cruciale del processo intergovernativo di formulazione dell'Agenda di Sviluppo Post 2015, che deve essere aperta, trasparente ed inclusiva. Sottolineiamo che la nuova agenda di sviluppo dovrà formularsi sulla base del pieno rispetto dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite e alla luce dei principi sanciti nel Documento Finale di Rio +20, "Il futuro che Vogliamo"; così come i diversi approcci, visioni, modelli e strumenti che i paesi hanno determinato per raggiungere lo sviluppo sostenibile, in funzione delle proprie circostanze e priorità nazionali. Deve fare in modo che il processo sia universale e sufficientemente flessibile per rispondere alle priorità, esigenze e condizioni dei paesi in sviluppo e tenendo conto delle particolari esigenze dei diversi paesi, compresi i paesi meno sviluppati, i paesi senza sbocco sul mare, i piccoli Stati insulari in sviluppo e i cosiddetti paesi a reddito medio.

29. Riconosciamo l'urgente necessità che la nuova Agenda di Sviluppo includa esplicitamente come un obiettivo, gli indicatori e le scadenze di compimento specifici, i mezzi di attuazione per garantire il rispetto, tra i quali figurano le risorse finanziarie nuove, addizionali e prevedibili, lo sviluppo e il trasferimento di tecnologie, la creazione di capacità nei paesi in sviluppo.

30. La nuova Agenda deve basarsi sull'esperienza nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, per definire armoniosamente gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile; escludere qualsiasi condizionalità; eliminare le lacune all'interno delle società, tra le regioni e su scala mondiale. Allo stesso, dovrà rafforzare l'impegno della comunità internazionale, affinché le persone siano al centro delle loro preoccupazioni, per promuovere la crescita economica sostenibile ed inclusiva, lo sviluppo sociale partecipativo e la protezione dell'ambiente.

31. Riaffermiamo la Risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite A/RES/64/292, del 28 luglio 2010, nella quale l'Assemblea Generale riconosce il diritto all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come un diritto umano essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani.

32. Convinti che il cambiamento climatico sia uno dei più gravi problemi del nostro tempo, esprimiamo profonda preoccupazione per il crescente impatto negativo sui paesi in sviluppo e sui piccoli Stati insulari in particolare, che compromette gli sforzi per eliminare la povertà e raggiungere lo sviluppo sostenibile. In questo contesto e in base al principio delle responsabilità comuni ma differenziate e le rispettive capacità, riconosciamo che la natura globale del cambiamento climatico richiede la cooperazione di tutti i paesi e la loro partecipazione ad una risposta internazionale efficace ed appropriata, in conformità alla responsabilità storica di ciascuno per questo fenomeno, per accelerare la riduzione globale delle emissioni mondiali di gas a effetto serra e l'adozione di misure di adattamento, in conformità con le disposizioni e i principi della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico e le decisioni adottate nella Conferenza delle Parti.

33. Accogliamo con favore la realizzazione del Dialogo Interattivo dell'Assemblea Generale sull'Armonia con la Natura, tenutasi a New York il 22 aprile 2013, nell'ambito della commemorazione della Giornata Internazionale della Madre Terra, un evento che ha discusso i diversi approcci economici, nel contesto dello sviluppo sostenibile, per promuovere in modo più etico il rapporto tra l'umanità e la Terra.

34. Celebriamo la recente firma della nuova Convenzione di Minamata sul Mercurio, come il primo strumento vincolante negoziato nell'ambito delle Nazioni Unite negli ultimi dodici anni e il primo dell'agenda post Rio+20 sullo sviluppo sostenibile, notando che ciò implica un grande passo nello sviluppo del diritto internazionale dell'ambiente, nell'avere come obiettivo la protezione della salute umana e dell'ambiente dai rischi del mercurio, in particolare esortando i paesi membri ad adottare misure che rendano possibile una rapida entrata in vigore e la sua effettiva attuazione. Sollecitiamo inoltre la partecipazione alla riunione regionale di GRULAC, in preparazione della Sesta sessione del Comitato Negoziatore Intergovernativo del Mercurio (INC-6).

35. I paesi dell'America Latina e dei Caraibi esprimono il sostegno alla Presidenza peruviana della 20° Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico e della 10 ° Riunione delle Parti del Protocollo di Kyoto, che si terrà a Lima, Perù dal 1 al 12 dicembre 2014 e ci impegniamo per assicurare il suo successo e la sua fase preparatoria, passi che risultano essenziali nel processo di sviluppo di uno strumento giuridico rafforzato sotto la Convenzione che deve presentarsi nel 2015. Sottolineiamo l'importanza di questo strumento, che per essere efficace e facilitare la partecipazione di tutti i paesi, deve rispettare i principi e le disposizioni della Convenzione.

36. Incoraggiamo la partecipazione dei rappresentanti dei paesi della Comunità nella prima Pre-COP Sociale di Cambiamento Climatico che si terrà dal 13 al 16 ottobre 2014 a Caracas, in Venezuela, che rappresenta un'importante iniziativa nel processo di negoziazione nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico per rafforzare l'alleanza popoli-governi nella costruzione del futuro regime necessario per far fronte al cambiamento climatico.

37. Ci impegniamo, in conformità con le nostre capacità e le leggi nazionali, a sostenere la ricerca scientifica sul consumo di droghe nei paesi della CELAC, al fine di promuovere lo sviluppo di trattamenti, compresi i vaccini e antidoti.

38. Ribadiamo il carattere latino- americano e caraibico di Puerto Rico e, notando le risoluzioni su Puerto Rico adottate dal Comitato Speciale per la Decolonizzazione delle Nazioni Unite, ribadiamo che si tratta di una questione di interesse della CELAC.

39. I paesi membri della CELAC sono impegnati a continuare a lavorare nel quadro del Diritto Internazionale, e in particolare, della risoluzione 1514 (XV) dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del 14 dicembre 1960, al fine di garantire che la regione America Latina e Caraibi sia un territorio libero dal colonialismo e colonie.

40. Incarichiamo il Quartetto della CELAC per far sì che, con la partecipazione di altri Stati membri che desiderano aggiungersi a questo mandato, presentino proposte per progredire come indicato al punto 38 della presente dichiarazione.

41. Ribadiamo il nostro rifiuto alle liste e certificazioni unilaterali da parte di paesi sviluppati che colpiscono i paesi dell'America Latina e dei Caraibi, in particolare quelli relativi al terrorismo, narcotraffico, tratta di persone e di altra natura analoga, e ratifichiamo il Comunicato Speciale approvato dalla CELAC lo scorso 5 giugno, che rifiuta l'inclusione di Cuba nella cosiddetta Lista degli Stati che promuovono il terrorismo Internazionale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

42. Riaffermiamo la Dichiarazione di Santa Cruz, denominata "Ama Quilla, Ama Llulla e Ama Suwa" (non rubare, non mentire e non essere pigro), della Prima Riunione Specializzata dei Ministri e delle Ministre ed Alte Autorità di Prevenzione e Lotta contro la Corruzione della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), adottata a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, l'8 novembre 2013, nella quale si stabilisce, tra l'altro, che i reati di corruzione devono essere combattuti in modo rigoroso e senza ostacoli alle indagini, perseguendo e sanzionando nel rispetto delle leggi nazionali e gli accordi internazionali vigenti; accogliamo anche la creazione di un Gruppo di Lavoro specializzato nella Prevenzione e Lotta contro la Corruzione, che elaborerà un Piano di Lavoro al fine di promuovere e far progredire le linee d'azione secondo le basi e priorità stabilite nella Dichiarazione e nel Piano d'Azione della CELAC per il 2014, ottimizzando le risorse, integrando i lavori sviluppati in altre meccanismi e forum multilaterali e evitando la duplicazione degli sforzi.

43. Sottolineiamo l'importanza che i nostri paesi rafforzino la loro preparazione nella cura delle controversie internazionali e consideriamo che si deve valutare la possibilità che la nostra regione si doti di meccanismi adeguati per la risoluzione delle controversie con gli investitori stranieri. Esprimiamo la nostra solidarietà con i paesi dell'America Latina e dei Caraibi che sono colpiti da reclami che minacciano lo sviluppo dei loro popoli, e chiediamo alle imprese e gruppi multinazionali di mantenere una condotta responsabile e coerente con le politiche pubbliche adottate dagli Stati ricettori dell'investimento.

44. Riaffermiamo l'importanza di sviluppare strumenti che permettano di rafforzare il sistema finanziario internazionale, il quale dovrebbe contemplare una regolamentazione più rigorosa ed efficace delle grandi istituzioni finanziarie e l'adozione di misure concrete per ottenere migliori pratiche internazionali nei flussi finanziari internazionali. In linea con questo, è di grande importanza ridurre l'eccessiva dipendenza dalle valutazioni delle agenzie di rating del rischio di credito.

45. Consideriamo indispensabile per la stabilità e la prevedibilità dell'architettura finanziaria internazionale, garantire che gli accordi tra debitori e creditori nell'ambito dei processi di ristrutturazione dei debiti sovrani siano rispettati, permettendo che i flussi di pagamento siano distribuiti ai creditori cooperativi come concordato con gli stessi nel processo di riaggiustamento consensuale del debito. E' necessario contare sugli strumenti che consentano accordi ragionevoli e definitivi tra creditori e debitori sovrani, consentendo di affrontare le questioni della sostenibilità del debito in modo ordinato.

46. Esprimiamo la nostra convinzione circa l'importanza che hanno acquisito i flussi d'investimento straniero diretto nella nostra regione e la necessità che gli stessi contribuiscano efficacemente ai processi di sviluppo dei nostri paesi e di conseguenza ad un aumento dei livelli di benessere delle nostre società, senza imporre condizioni, nel rispetto della loro sovranità e in conformità con i loro piani e programmi nazionali di sviluppo.

47. Consideriamo necessario disporre di uno strumento di pianificazione latinoamericana e caraibica per le nuove sfide che affronta la CELAC, ragione per cui risultano imperativi gli sforzi collettivi di integrazione, solidarietà e cooperazione, mutuamente vantaggiosa in particolare con quei paesi vulnerabili e di minor sviluppato relativo che servirà per ottenere obiettivi chiari, misurabili e adattabile alle diverse realtà nazionali, con sguardo allo sradicamento della povertà e alla promozione dello sviluppo sostenibile.

48. Ribadiamo l'importanza della cooperazione e integrazione finanziaria regionale. A questo proposito, sosteniamo le risoluzioni adottate dai Ministri e Ministre della CELAC nelle loro riunioni del 2013.

49. Salutiamo calorosamente il Governo dello Stato Plurinazionale della Bolivia e il popolo boliviano, per il successo del lancio nello spazio del primo satellite boliviano di comunicazioni denominato "Tupac Katari" (TKSAT - 1), realizzato il 20 dicembre 2013 presso il Centro Spaziale Xichang, della Repubblica Popolare Cinese, riconoscendo che i benefici del Satellite raggiungeranno milioni di boliviani, facilitando l'accesso all'istruzione e all'informazione che garantirà il godimento dei diritti umani e faciliterà l'interscambio di conoscenze scientifiche tra i diversi popoli delle Americhe America Latina e Caraibi .

50. Ribadiamo il nostro fermo sostegno ai legittimi diritti della Repubblica Argentina nella disputa di sovranità sulle Isole Malvinas, Georgia del Sud e Sandwich del Sud e le zone marittime circostanti, così come il permanente interesse che questa controversia si risolva con la via pacifica e della negoziazione, ai sensi della disposizione della Risoluzione 31/49 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

51. Ribadiamo il nostro impegno con il principio del diritto sovrano degli Stati di disporre delle proprie risorse naturali e di gestirle e regolarle. Esprimiamo, allo stesso tempo, il diritto dei nostri popoli di sfruttare, in modo sostenibile, le risorse naturali, che hanno il potenziale di essere utilizzate come una importante fonte per finanziare lo sviluppo economico, la giustizia sociale e il benessere dei nostri popoli.

52. Ribadiamo il nostro profondo rifiuto all'applicazione di misure coercitive unilaterali e ribadiamo ancora una volta la nostra solidarietà con la Repubblica di Cuba, al tempo stesso che riaffermiamo il nostro appello al governo degli Stati Uniti d'America a porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario che impone a questa nazione sorella da oltre cinque decenni.

53. Ci impegniamo a continuare a lavorare per rafforzare l'America latina e i Caraibi come Zona di Pace, nella quale le differenze tra le nazioni vengono risolte attraverso il dialogo e il negoziato o altre forme di soluzione pacifica stabilite dal Diritto Internazionale.

54. Tenendo conto degli obiettivi delineati nella Dichiarazione del Suriname, approvati nella Prima Riunione dei Ministri della Cultura della CELAC tenutasi nei giorni 14 e 15 marzo a Paramaribo, Suriname, sottolineiamo l'importanza della cultura in America Latina e nei Caraibi come fondamento dell'identità di ogni paese e come catalizzatore per i processi di integrazione regionale.

55. Esprimiamo la nostra soddisfazione per la realizzazione del IV Vertice Mondiale delle Arti e la Cultura, tenutasi a Santiago del Cile tra il 13 e il 16 gennaio scorso, che ha contribuito a proiettare la regione come luogo privilegiato per vitali incontri e dialoghi di vocazione universale nell'ambito della cultura.

56. Ribadiamo il nostro sostegno al processo di dialogo che si svolge a La Habana, Cuba, tra il Governo della Colombia e le FARC e salutiamo i progressi compiuti attraverso il raggiungimento di accordi su due importanti punti dell'agenda. Esortiamo le parti a proseguire il processo per terminare un conflitto interno che per oltre 50 anni ha colpito lo sviluppo politico, sociale ed economico di questa nazione sorella. Salutiamo ed apprezziamo il ruolo dei paesi garanti, Cuba e Norvegia e dei paesi accompagnatori, Cile e Venezuela, nei successi realizzati.

57. Ribadiamo il nostro sostegno alla proclamazione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2013 del Decennio Internazionale degli Afro-discendenti, che inizierà il 1° gennaio 2015, sotto il tema "Afro-discendenti giustizia e sviluppo"; così come al Comunicato approvato dai Ministri degli Esteri della CELAC, nella loro terza riunione, che proclama il Decennio degli Afro-discendenti Latinoamericani e Caraibici, iniziato il 1° gennaio del presente anno.

58. Riconosciamo l'importanza di considerare il ruolo essenziale dell'azione collettiva dei popoli indigeni e delle popolazioni locali nella conservazione e uso sostenibile della diversità biologica, come un significativo contributo al Pianeta. Sosteniamo le azioni che si stanno sviluppando per aumentare il suo riconoscimento ufficiale.

59. Ribadiamo la necessità di adottare misure per tutelare i diritti sulle conoscenze tradizionali e ancestrali dei popoli indigeni e tribali e le comunità locali, evitando la loro violazione da parte di terzi tramite registri che non riconoscono la loro titolarità, così come promuovere ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dal loro utilizzo. Sosteniamo la negoziazione che si sta svolgendo in questo senso nei pertinenti forum multilaterali.

60. Sottolineiamo che le negoziazioni del Documento Finale conciso e orientato all'azione della Conferenza Mondiale sui Popoli Indigeni, della Riunione Plenaria di Alto Livello del sessantanovesimo periodo di sessione dell'Assemblea, che si conoscerà come la Conferenza Mondiale sui Popoli Indigeni, che si terrà il 22 e 23 settembre 2014 a New York, sarà finalizzata alla condivisione delle conoscenze e delle migliori pratiche per l'attuazione dei diritti dei popoli indigeni, tra cui la realizzazione della Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni e prenderemo nota delle raccomandazioni dei principali temi della Conferenza Preparatoria Mondiale dei Popoli indigeni per la Conferenza Mondiale sui Popoli indigeni, tenutosi dal 10 al 12 giugno 2013, a Alta, Norvegia. Prendiamo atto dell'iniziativa del Governo del Messico di condurre una riunione preparatoria della Conferenza Mondiale nell'aprile 2014.

61. Sosteniamo l'Anno Internazionale dell'Agricoltura Familiare dichiarata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

62. Salutiamo l'elezione dello Stato Plurinazionale della Bolivia alla Presidenza del Gruppo dei 77 e Cina nel corso del 2014 e ci impegniamo a fornire il nostro pieno sostegno nello svolgimento di tale responsabilità in modo che si traduca a favore degli interessi dell'America America Latina e Caraibi. Allo stesso, accogliamo con favore l'organizzazione di un Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Gruppo dei 77 e Cina, che si terrà a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, il 14 e 15 giugno 2014, commemorando il 50° anniversario della fondazione del G77.

63. Consideriamo la necessità di un'equa distribuzione geografica nel sistema delle Nazioni Unite a sottolineare la necessità che l'America Latina e i Caraibi incrementino quantitativamente e qualitativamente la propria presenza in posti chiave delle Nazioni Unite e altri organismi internazionali, obiettivo al quale dedicheremo i nostri maggiori sforzi.

64. Ribadiamo le nostre posizioni su una riforma integrale del sistema delle Nazioni Unite, in particolare, alla democratizzazione delle istanze decisorie internazionali, in particolare il Consiglio di Sicurezza. La democratizzazione che si richiede deve includere la rappresentatività, la trasparenza, l'efficienza, la democrazia, il rispetto dei mandati di altri organismi delle Nazioni Unite e rendere debitamente conto a tutti i membri delle Nazioni Unite.

65. Considerando che la migrazione internazionale è un fenomeno globale che coinvolge più di 220 milioni di persone tra cui donne, bambini e bambine, adolescenti e indigeni, riconosciamo il valore del contenuto della risoluzione adottata durante il II Dialogo di Alto Livello delle Nazioni Unite sulla Migrazione e Sviluppo (DAN2013), che privilegia l'approccio dei diritti umani, sottolinea l'urgenza di proteggere i gruppi più vulnerabili dei flussi migratori e insiste sulla necessità di un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite, le sue agenzie, fondi e programmi in materia, nonché l'interesse di includere la questione delle migrazioni internazionali nell'Agenda di Sviluppo Post 2015, tra le altre questioni e ci impegniamo a rafforzare le azioni di cooperazione nel quadro della responsabilità condivisa, per avanzare nell'attenzione delle molteplici sfide che la migrazione internazionale pone.

66. Ribadiamo, l'impegno a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata transnazionale, in conformità con il Diritto Internazionale. In questo contesto, siamo consapevoli che la criminalità e la violenza sono un ostacolo al pieno sviluppo dell'America Latina e dei Caraibi e sottolineiamo la necessità di avere una visione di consenso regionale della sicurezza cittadina con un focus sullo sviluppo umano e il rispetto dei diritti umani e dei principi della sovranità nazionale e della non ingerenza negli affari interni. Con questa prospettiva, dobbiamo rafforzare i meccanismi di dialogo e di coordinamento, se il caso, per migliorare le strategie regionali in materia di sicurezza cittadina e lo sviluppo sostenibile.

67. Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per il peggioramento della situazione umanitaria e di sicurezza nella Repubblica Araba di Siria e la minaccia che rappresenta per il Medio Oriente e la pace e la sicurezza internazionale. Lodiamo le parti siriane per aver accettato di sostenere colloqui alla Conferenza Internazionale sulla situazione in Siria (Ginevra II), sotto gli auspici dell'Inviato Speciale Congiunto delle Nazioni Unite e della Lega degli Stati Arabi. Ci congratuliamo con il Segretario Generale delle Nazioni Unite per l'organizzazione di questa Conferenza. Il dialogo e il negoziato sono urgenti ed essenziali per il progresso negli sforzi di riconciliazione nazionale e per garantire la piena attuazione delle Convenzioni di Ginevra in Siria. Ribadiamo che solo un processo politico inclusivo guidato dai siriani può condurre alla pace e alla realizzazione delle legittime aspirazioni del popolo siriano, sulla base della rigorosa applicazione dei principi di sovranità, indipendenza, autodeterminazione, integrità territoriale e la non ingerenza negli affari interni.

68. Evidenziamo la celebrazione, per la prima volta alle Nazioni Unite, di una riunione di Alto Livello sul Disarmo Nucleare, il 26 settembre 2013, nella quale la CELAC ha ribadito l'urgente necessità di muoversi verso il disarmo nucleare e l'eliminazione totale e generale delle armi nucleari in modo trasparente, verificabile e irreversibile e ha esortato a lavorare per il progresso verso la negoziazione di un trattato universale legalmente vincolante che vieta le armi nucleari con un calendario concordato multilateralmente. Ci impegniamo a dare continuità a queste posizioni.

69. Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per le conseguenze umanitarie di enormi proporzioni e gli effetti globali di qualsiasi detonazione nucleare accidentale o intenzionale. Esortiamo la comunità internazionale a ribadire la propria preoccupazione sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari, ovunque si svolga il dibattito su queste armi. Accogliamo con favore i risultati della Conferenza di Oslo sull'impatto umanitario delle armi nucleari, tenutasi a marzo 2013 e, a questo proposito, invitiamo tutti gli Stati a partecipare alla seconda Conferenza Internazionale sull'Impatto Umanitario delle Armi nucleari, che si terrà in Messico, il 13 e 14 febbraio 2014.

70. Rileviamo con soddisfazione dell'accordo preliminare tra la Repubblica islamica dell'Iran e il Gruppo 5 +1 a Ginevra sul programma nucleare iraniano, che dimostra che il dialogo e il negoziato sono il modo per risolvere le differenze tra gli Stati, e manifestiamo la nostra aspettativa che presto una soluzione globale e duratura al problema venga raggiunta. Affermiamo il diritto inalienabile di tutti gli Stati, in conformità con le disposizioni nel TNP, di sviluppare la ricerca, la produzione e l'uso dell'energia nucleare per scopi pacifici senza discriminazione, che, insieme con il disarmo e la non proliferazione, costituiscono i pilastri del Trattato sulla non - proliferazione delle Armi Nucleari, del quale tutti i membri della CELAC fanno parte.

71. Ribadiamo il nostro invito perché la Conferenza per la creazione di una zona libera di armi nucleari e altre armi di distruzione di massa in Medio Oriente, venga celebrata il più presto possibile, in conformità con l'accordo dalle Parti del Trattato sulla non proliferazione delle Armi Nucleari nel 1995, 2000 e 2010, come valido aiuto per rafforzare la pace e la sicurezza internazionale.

72. Sottolineiamo il valore e il contributo alla pace e alla sicurezza internazionale del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari in America Latina e nei Caraibi e dei suoi Protocolli (Trattato di Tlatelolco), il quale per primo ha istituito la zona più densamente popolata senza armi nucleari nel pianeta. Sottolineiamo il nostro pieno sostegno ai lavori dell'Organismo per la Proibizione delle Armi Nucleari in America Latina e nei Caraibi e in questo senso, riaffermiamo l'importanza della collaborazione e della cooperazione tra la CELAC e la OPANAL, organo specializzato della regione, per articolare posizioni comuni e lavori congiunti sul disarmo nucleare.

73. Notiamo l'adozione dell'adozione del Trattato sul Commercio delle Armi da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel mese di aprile 2013.

74. Notiamo le attività internazionali della CELAC, in particolare la visita della Troika Ministeriale ampliata alla Federazione Russa, le riunioni della Troika Ministeriale aperta della CELAC con i Ministri degli Affari Esteri della Repubblica di Corea, Repubblica Popolare Cinese , il Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo, Turchia e Giappone realizzate a New York per celebrare l'inizio del 68ª Periodo di Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, così come gli sforzi per organizzare, con ognuno di questi interlocutori, una Tabella di Marcia per il dialogo e la cooperazione.

75. Ci congratuliamo dell'istituzione del Forum CELAC - Cina e del Meccanismo di Dialogo con la Federazione Russa, elementi che possono aumentare positivamente le attività della Comunità.

76. Siamo convinti che è necessario continuare la ricerca di nuove sinergie della CELAC a livello internazionale, per i quali è necessario ritornare a quelle già avviate nel 2012 e stabilire modelli addizionali di convergenza e relazioni.

77. Salutiamo il coordinamento tra gli Stati membri della CELAC nelle Nazioni Unite ed esprimiamo la nostra disponibilità a continuare a lavorare gradualmente in materia e di estendere il lavoro ad altre sedi nei casi possibili e necessari.

78. Esprimiamo anche il nostro sostegno al processo di preparazione del II Vertice CELAC - UE che si terrà a Bruxelles nel 2015. Incarichiamo i Coordinatori Nazionali e Alti Funzionari del Dialogo CELAC - UE, come appropriato per finalizzare la negoziazione di un accordo internazionale per la costituzione della Fondazione EULAC, guardando al II Vertice CELAC - UE.

79. Ringraziamo il Presidente della Repubblica del Cile, Eccellentissimo Sebastián Piñera Echenique, che completa il suo mandato quest'anno, per l'ottimo lavoro e la leadership sviluppata durante il processo di convergenza e il funzionamento della Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi, che culminò con lo svolgimento del riuscito I Vertice della CELAC, celebrato a Santiago del Cile, il 27 e 28 gennaio 2013.

80. Ringraziamo la Repubblica di Costa Rica per ospitare la Presidenza Pro Tempore della CELAC nel 2014 e il III Vertice della CELAC nel 2015. Riconosciamo all'Eccellentissima Signora Laura Chinchilla Miranda, Presidente della Repubblica di Costa Rica, che concluderà il suo mandato nel maggio 2014, il suo forte e prezioso sostegno alla CELAC dalla sua origine.

81. Ringraziamo la Repubblica dell'Ecuador per ospitare la Presidenza Pro Tempore della CELAC nel 2015 e la celebrazione del IV Vertice della CELAC.

82. Prendiamo nota dell'offerta ribadita dalla Repubblica Dominicana per essere sede della CELAC nel 2016, presentata nel febbraio 2013.

83. Ringraziamo il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri della Repubblica di Cuba per la leadership e il lavoro durante l'esercizio della Presidenza Pro Tempore del forum e il ringraziamento al popolo e al Governo di Cuba per l'organizzazione del II vertice della CELAC a L'Avana, i giorni 28 e 29 gennaio 2014.

La Habana, 29 gennaio 2014

 

 

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28 y 29 de enero de 2014

Las Jefas y los Jefes de Estado y de Gobierno de América Latina y el Caribe, reunidos en La Habana, Cuba, en ocasión de la II Cumbre de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), celebrada los días 28 y 29 de enero de 2014.

Reafirmando la vigencia del acervo histórico de la Comunidad, integrado, a su vez, por el acervo histórico del Grupo de Río y la Cumbre de América Latina y el Caribe sobre desarrollo e integración y por las Declaraciones, Comunicados Especiales y decisiones aprobados en la I Cumbre de la CELAC, celebrada en Santiago de Chile, los días 27 y 28 de enero de 2013; en la Cumbre Fundacional de Caracas, el 3 de diciembre de 2011; en la Cumbre de la Unidad de América Latina y el Caribe, realizada en la Riviera Maya, Cancún, México, el 23 de febrero de 2010; en las Cumbres de América Latina y el Caribe sobre Integración y Desarrollo, iniciadas en Salvador de Bahía, Brasil, los días 16 y 17 de diciembre de 2008; y en el proceso de convergencia que dio paso a la CELAC.

Destacando que a dos años de la puesta en funcionamiento de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños hemos logrado construir un espacio de diálogo y concertación política que nos une y hace posible la aspiración de trabajar juntos por el bienestar de nuestros pueblos; que permite, a su vez, una mejor inserción y la proyección de nuestra región en el ámbito internacional.

Ratificando hoy nuestra voluntad irrevocable de fortalecer este espacio de diálogo político efectivo. Hemos sido, somos y seremos diversos, y a partir de esta diversidad es que tenemos que identificar los desafíos y objetivos comunes y los pisos de convergencia que nos permitirán avanzar en el proceso de integración de nuestra región. Fortalezcamos nuestras democracias y todos los derechos humanos para todos; demos mayores oportunidades a nuestra gente; construyamos sociedades más inclusivas; mejoremos nuestra productividad; estrechemos nuestro comercio; mejoremos nuestra infraestructura y conectividad y las redes necesarias que unan cada vez más a nuestros pueblos; trabajemos por el desarrollo sostenible, por superar las desigualdades y por una más equitativa distribución de la riqueza, para que todas y todos sientan que la democracia les da sentido a sus vidas. Esa es la misión de la CELAC, esa es la tarea a la que hemos sido convocados y esa es la responsabilidad política que tenemos por delante y de la cual deberemos dar cuenta a nuestros pueblos.

1. Reiteramos que la unidad y la integración de nuestra región debe construirse gradualmente, con flexibilidad, con respeto al pluralismo, a la diversidad y al derecho soberano de cada uno de nuestros pueblos para escoger su forma de organización política y económica. Reiteramos que nuestra Comunidad se asienta en el respeto irrestricto a los Propósitos y Principios de la Carta de las Naciones Unidas y el Derecho Internacional, la solución pacífica de controversias, la prohibición del uso y de la amenaza del uso de la fuerza, el respeto a la autodeterminación, a la soberanía, la integridad territorial, la no injerencia en los asuntos internos de cada país, la protección y promoción de todos los derechos humanos, el Estado de Derecho en los planos nacional e internacional, el fomento de la participación ciudadana y la democracia. Asimismo, nos comprometemos a trabajar conjuntamente en aras de la prosperidad para todos, de forma tal que se erradiquen la discriminación, las desigualdades y la marginación, las violaciones de los derechos humanos y las transgresiones al Estado de Derecho.

2. Reafirmamos como principio general, que el fortalecimiento de la CELAC como foro y actor político internacional es una de nuestras prioridades. En ese contexto, consideramos fundamental buscar el perfeccionamiento de la coordinación y la cooperación entre los miembros de la CELAC, en el marco de los organismos internacionales, siempre que eso sea posible y viable.

3. Expresamos nuestro más profundo pesar por el fallecimiento del Comandante Presidente de la República Bolivariana de Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías, ocurrida el 5 de marzo de 2013, uno de los principales fundadores e impulsores de la CELAC, humanista incansable e impulsor de la unión latinoamericana y caribeña, que luchó contra la exclusión social, la pobreza e impulsó el desarrollo integral de la región.

4. Subrayamos nuestro propósito de continuar avanzando unidos en la concertación y la integración latinoamericana y caribeña, y la consolidación de nuestra Comunidad, conforme los ideales y sueños de nuestros libertadores y próceres. Ratificamos nuestra decisión de establecer acciones que nos permitan prevenir, y en su caso, afrontar coordinadamente, los efectos de la actual crisis internacional de múltiples interrelaciones, que sigue impactando negativamente en los esfuerzos de nuestros países para fomentar el crecimiento y el desarrollo sostenible e integral de la región.

5. Promovemos una visión de desarrollo integral e inclusivo, que garantice el desarrollo sostenible y productivo, en armonía con la naturaleza, en aquellos ámbitos en los que podemos construir sinergias, particularmente en áreas como la energía, infraestructura, el comercio intrarregional, la producción de alimentos, las industrias intermedias, las inversiones y el financiamiento, con el propósito de alcanzar el mayor desarrollo social para nuestros pueblos.

6. Asumimos nuestro compromiso con el desarrollo regional integrado, no excluyente y equitativo, tomando en cuenta la importancia de asegurar un tratamiento favorable a las economías pequeñas y vulnerables, a los países en desarrollo sin litoral y Estados insulares.

7. Saludamos los importantes resultados alcanzados en las Reuniones de Coordinadores Nacionales y de Ministros de Relaciones Exteriores celebradas hasta el momento, y llamamos a la aplicación de las decisiones y mandatos contenidos en los acuerdos alcanzados, sobre la base de los principios de flexibilidad y participación voluntaria.

8. Reconocemos que la experiencia de los dos años de existencia de la CELAC, demuestra la importancia del diálogo permanente para fortalecer el consenso en temas de interés regional, sobre la base de los principios de la solidaridad, complementariedad con otras experiencias o instituciones regionales y subregionales, y cooperación, y orientado a alcanzar resultados efectivos para lograr el desarrollo sostenible, solidario e inclusivo de los Estados latinoamericanos y caribeños. Destacamos los avances en el diálogo con los Mecanismos regionales y subregionales de integración.

9. Llamamos a la comunidad internacional a tomar medidas urgentes para hacer frente a las fragilidades y desequilibrios sistémicos. Expresamos nuestro deseo de trabajar conjuntamente para superar los desafíos que nos presenta el actual escenario internacional, y a realizar esfuerzos para impulsar ritmos de crecimiento económico sostenido, dinámico y de largo plazo para la región, que propicien una equidad e inclusión social crecientes y la integración de la América Latina y el Caribe, tomando en cuenta el valor del emprendimiento y las PYMES como instrumentos para fortalecer las economías nacionales.

10. Reafirmamos que para la erradicación de la pobreza y el hambre es necesario impulsar políticas económicas que favorezcan la productividad y el desarrollo sostenible de nuestras naciones, trabajar para fortalecer el orden económico mundial en beneficio de nuestros países, fomentar la complementariedad, la solidaridad y la cooperación, y exigir el cumplimiento de los compromisos de ayuda al desarrollo, por parte de los países desarrollados.

11. Ratificamos nuestra voluntad de promover el crecimiento, el progreso, la inclusión social y el desarrollo sostenible de nuestros Estados, formulando y desarrollando planes, políticas y programas nacionales con metas cuantificables y calendarios, dirigidos a la universalización del disfrute y ejercicio de los derechos económicos, sociales y culturales, con atención prioritaria a las personas en condición de pobreza extrema y sectores en situación de vulnerabilidad como las poblaciones indígenas, afrodescendientes, mujeres, niños, personas con discapacidad, adultos mayores, jóvenes y migrantes.

12. Saludamos el éxito de la III Conferencia Global sobre el Trabajo Infantil, y reiteramos nuestro compromiso con la eliminación de las peores formas del trabajo infantil antes de 2016, así como con la erradicación del trabajo infantil en el más corto plazo posible.

13. Saludamos la adopción de la Declaración y Plan de Acción de Caracas de las autoridades de Desarrollo Social para la Erradicación del Hambre y la Pobreza. Seguiremos trabajando en planes, políticas y programas nacionales para reducir progresivamente las desigualdades de ingreso que están en la base misma del hambre, la pobreza y la exclusión social mediante, entre otras, políticas fiscales progresivas, de creación de empleos formales permanentes, de protección, de asistencia y seguridad social, de establecimiento de salarios mínimos y su elevación progresiva, las cuales se concretarían según las capacidades de cada miembro de la CELAC, aumentando gradualmente la inversión social.

14. Otorgamos la más alta prioridad a fortalecer la seguridad alimentaria y nutricional, la alfabetización y post-alfabetización, la educación general pública gratuita, la educación técnica, profesional y superior de calidad y pertinencia social, la tenencia de la tierra, el desarrollo de la agricultura, incluyendo la familiar y campesina y del trabajo decente y duradero, del apoyo a los pequeños productores agrícolas, el seguro al desempleo, la salud pública universal, el derecho a la vivienda adecuada para todos y todas, y el desarrollo productivo e industrial como factores decisivos para la erradicación del hambre, la pobreza, y la exclusión social.

15. Reiteramos nuestro compromiso para trabajar mancomunadamente en el fortalecimiento de los mecanismos nacionales, regionales y multilaterales en la lucha contra el tráfico ilícito de bienes culturales y asegurar la integración cultural de nuestros pueblos a través de la promoción del intercambio de saberes culturales, tradicionales y modernos.

16. Reconocemos que los pueblos indígenas y comunidades locales desempeñan un papel importante en el desarrollo económico, social y ambiental, así como la importancia de las prácticas agrícolas tradicionales sostenibles, asociadas a la biodiversidad y el aprovechamiento de sus recursos, su derecho de acceso al agua adecuada para el riego, de conformidad con la legislación de cada país, y los sistemas comunales de tenencia de la tierra, y los tradicionales de suministro de semillas, y el acceso al financiamiento y los mercados.

17. Decidimos fortalecer, de manera integral, la base productiva con énfasis en las prácticas locales y culturales sostenibles de las pueblos indígenas y comunidades locales, para una gestión integral que optimice el uso y acceso al agua para riego, desde una visión de manejo de cuencas, la recuperación de la fertilidad del suelo mediante la reposición de cobertura vegetal, abonos orgánicos, terrazas y la conservación e incremento de la biodiversidad, a través de la recuperación y crianza de semillas nativas y producción de semillas mejoradas.

18. Subrayamos el papel fundamental de las políticas públicas y reconocemos la valiosa contribución del sector privado, de la sociedad civil, de los movimientos sociales y la sociedad en su conjunto. Tomamos nota de los progresos logrados y nos comprometemos a continuar impulsándolas activamente, con apego a las prioridades y estrategias nacionales de desarrollo de cada Estado para alcanzar las metas de erradicación del hambre, la pobreza y la exclusión social. Reconocemos la importancia de la cooperación internacional, regional y bilateral para tal fin.

19. Reconocemos las iniciativas nacionales, subregionales y regionales dirigidas a garantizar el derecho humano a la alimentación y promover la seguridad alimentaria y nutricional, reducir los niveles de pobreza e impulsar la inclusión plena, y saludamos los progresos logrados en esos empeños, a la par que subrayamos que para garantizar éxitos ulteriores deben privilegiarse la complementariedad y la solidaridad entre nuestras naciones.

20. Reiteramos el compromiso de fortalecer los mecanismos de seguimiento en cada país para los programas y proyectos sociales que se implementen en distintos sectores, con especial atención a los grupos poblacionales en situación de mayor vulnerabilidad, a fin de evaluar con una perspectiva multidimensional su impacto y compartir las mejores prácticas con el resto de los países de la región.

21. Apoyamos la Iniciativa América Latina y el Caribe Sin Hambre 2025.

22. Reafirmamos nuestra voluntad de impulsar programas regionales, subregionales bilaterales y triangulares de cooperación para el desarrollo, así como una política regional de Cooperación Sur-Sur y Triangular, que tengan en cuenta las características y necesidades específicas de las diversas áreas y subregiones, así como de cada uno de los países que las conforman.

23. Reconocemos, en ese sentido, al Caribe insular y Centroamérica, así como los países en la costa norte de América del Sur con áreas costeras bajas, como las subregiones de mayor vulnerabilidad desde el punto de vista económico, social y medioambiental, y abogamos por promover el comercio solidario y complementario, las inversiones y proyectos, y las acciones de cooperación encaminadas a superar los disímiles retos y dificultades asociados a su vulnerabilidad.

24. Nos comprometemos a continuar contribuyendo al esfuerzo de reconstrucción y desarrollo de Haití, de conformidad con los ámbitos prioritarios definidos por su gobierno, y con pleno respeto a su autoridad y soberanía, así como al principio de no intervención en los asuntos internos, en conformidad con la resolución sobre cooperación especial con Haití aprobada por las Ministras y Ministros de Relaciones Exteriores, y ratificada por las Jefas y Jefes de Estado y/o de Gobierno en la I Cumbre de la CELAC. Instamos a los Gobiernos, a los donantes tradicionales y a las instituciones financieras internacionales para que apoyen con mayor amplitud y rapidez, la ejecución del Plan de Desarrollo Estratégico Nacional (NSDH) del Gobierno de Haití, en especial en el ámbito de la agricultura. Los instamos, asimismo, a apoyar el Plan Nacional para la Eliminación del Cólera, que requiere de medidas urgentes de prevención y control, así como de i

nversiones en infraestructura de agua, saneamiento, y fortalecimiento de la capacidad de las instituciones del país.

25. Afirmamos, que para la elaboración de una Agenda Estratégica Regional sobre la Gestión Integral del Riesgo de Desastres, es necesario que la temática sea reconocida como un proceso integrado por acciones relativas a la estimación y reducción del riesgo, la preparación, la asistencia humanitaria y la reconstrucción, las que deberán ser parte de un Plan de Acción coordinado y articulado entre los entes locales, nacionales, subregionales y regionales.

26. Nos comprometemos a continuar consolidando sólidos principios regionales en materia de reconocimiento de los derechos de los migrantes, así como a profundizar la coordinación de políticas migratorias regionales y de posiciones comunes en las negociaciones globales e interregionales sobre migraciones, y en especial, en la promoción del debate internacional sobre el nexo entre la migración, el desarrollo y los derechos humanos.

27. Reafirmamos nuestra voluntad y compromiso para seguir avanzando en la consecución de los Objetivos de Desarrollo del Milenio.

28. Ratificamos la importancia crucial del proceso intergubernamental de formulación de la Agenda de Desarrollo Post 2015, que deberá ser abierto, transparente e inclusivo. Subrayamos que la nueva agenda de desarrollo deberá formularse sobre la base del respeto irrestricto de los principios consagrados en la Carta de las Naciones Unidas, y a la luz de los principios consagrados en el Documento Final de Rio+20, “El Futuro que Queremos”; así como los diferentes enfoques, visiones, modelos e instrumentos que los países han determinado para alcanzar el desarrollo sostenible, en función de sus circunstancias y prioridades nacionales. Debiendo cuidar que el proceso sea universal y lo suficientemente flexible para responder a las prioridades, condiciones y necesidades de los países en desarrollo y tomando en cuenta las necesidades especiales de los diferentes países, incluyendo los países menos desarrollados, los países sin litoral, los pequeños Estados insulares en desarrollo y los llamados países de renta media.

29. Reconocemos la urgente necesidad de que la nueva Agenda de Desarrollo incluya explícitamente como un objetivo, con indicadores y plazos de cumplimiento específicos, los medios de implementación que garanticen su cumplimiento, entre los que figuran recursos financieros nuevos, adicionales y previsibles, el desarrollo y la transferencia de tecnología, la creación de capacidades en los países en desarrollo.

30. La nueva Agenda debe partir de la experiencia en la consecución de los Objetivos de Desarrollo del Milenio, para definir armónicamente los Objetivos de Desarrollo Sostenible; excluir cualquier condicionalidad; y eliminar las brechas al interior de las sociedades, entre regiones y a escala global. Asimismo, deberá reforzar el compromiso de la comunidad internacional, de que las personas sean el centro de sus preocupaciones, que promueva el crecimiento económico sostenido e inclusivo, el desarrollo social participativo y la protección del medio ambiente.

31. Reafirmamos la Resolución de la Asamblea General de las Naciones Unidas A/RES/64/292, de 28 de julio de 2010, en la que la Asamblea General reconoce el derecho al agua potable y el saneamiento como un derecho humano esencial para el pleno disfrute de la vida y de todos los derechos humanos.

32. Convencidos que el cambio climático es uno de los más graves problemas de nuestro tiempo, expresamos profunda preocupación por su creciente impacto negativo en los países en desarrollo y los pequeños Estados insulares en particular, que compromete los esfuerzos por la erradicación de la pobreza y alcanzar el desarrollo sostenible. En ese contexto, y en el marco del principio de las responsabilidades comunes pero diferenciadas y las respectivas capacidades, reconocemos que la naturaleza global del cambio climático requiere de la cooperación de todos los países y su participación en una respuesta internacional efectiva y apropiada, en conformidad con la responsabilidad histórica de cada cual por este fenómeno, para acelerar la reducción global de las emisiones mundiales de gases de efecto invernadero y la adopción de medidas de adaptación, de conformidad con las disposiciones y principios de la Convención Marco de las Naciones Unidas sobre Cambio Climático y las decisiones adoptadas en las Conferencias de las Partes.

33. Recibimos con beneplácito la realización del Diálogo Interactivo de la Asamblea General sobre Armonía con la Naturaleza, que se celebró en Nueva York, el 22 de abril de 2013, en el marco de la conmemoración del Día Internacional de la Madre Tierra, evento que discutió los diferentes enfoques económicos, en el contexto del desarrollo sostenible, para promover de manera más ética la relación entre la humanidad y la Tierra.

34. Celebramos la reciente suscripción de la nueva Convención de Minamata sobre Mercurio, como el primer instrumento vinculante negociado en el ámbito de Naciones Unidas en los últimos doce años, y el primero de la agenda post Río+20 sobre desarrollo sostenible, destacando que la misma supone un gran paso en el desarrollo del derecho ambiental internacional, al tener como objetivo la protección de la salud humana y el medio ambiente ante los riesgos del mercurio, instando muy especialmente a los países miembros a tomar medidas que hagan posible la pronta entrada en vigor y su efectiva implementación. Asimismo, instamos a la participación en la reunión regional de GRULAC, preparatoria de la Sexta sesión del Comité Negociador Intergubernamental de Mercurio (INC-6).

35. Los países de América Latina y el Caribe expresamos nuestro apoyo a la Presidencia peruana de la 20 Conferencia de las Partes de la Convención Marco de las Naciones Unidas sobre Cambio Climático y de la 10 Reunión de las Partes del Protocolo de Kyoto, que tendrán lugar en Lima, Perú, del 1ro. al 12 de diciembre de 2014 y nos sentimos comprometidos con procurar su éxito y el de su fase preparatoria, pasos que resultan esenciales en el proceso de desarrollo de un instrumento legal fortalecido bajo la Convención que debe presentarse el 2015. Subrayamos la importancia de que dicho instrumento, para ser efectivo y facilitar la participación de todos los países, debe respetar los principios y disposiciones de la Convención.

36. Animamos la participación de representantes de los países de la Comunidad en la primera Pre-COP Social de Cambio Climático que tendrá lugar entre los días 13 al 16 de octubre de 2014, en Caracas, Venezuela, que representa una iniciativa importante en el proceso de negociaciones en el marco de la Convención de las Naciones Unidas sobre Cambio Climático para afianzar la alianza pueblos-gobiernos en la construcción del futuro régimen que se requiere para hacer frente al cambio climático.

37. Nos comprometemos, de conformidad con nuestras capacidades y legislaciones internas, a apoyar la investigación científica sobre la drogadicción en los países de CELAC, en aras de avanzar en el desarrollo de tratamientos, incluidas vacunas y antídotos.

38. Reiteramos el carácter latinoamericano y caribeño de Puerto Rico y, al tomar nota de las resoluciones sobre Puerto Rico adoptadas por el Comité Especial de Descolonización de las Naciones Unidas, reiteramos que es asunto de interés de CELAC.

39. Los países miembros de la CELAC nos comprometemos a seguir trabajando en el marco del Derecho Internacional, y en particular, de la Resolución 1514 (XV) de la Asamblea General de las Naciones Unidas, del 14 de diciembre de 1960, para lograr que la región de América Latina y el Caribe sea un territorio libre de colonialismo y colonias.

Animamos la participación de representantes de los países de la Comunidad en la primera Pre-COP Social de Cambio Climático que tendrá lugar entre los días 13 al 16 de octubre de 2014, en Caracas, Venezuela, que representa una iniciativa importante en el proceso de negociaciones en el marco de la Convención de las Naciones Unidas sobre Cambio Climático para afianzar la alianza pueblos-gobiernos en la construcción del futuro régimen que se requiere para hacer frente al cambio
climático.

40. Encomendamos al Cuarteto de la CELAC para que, con la participación de otros Estados miembros que deseen sumarse a este mandato, presenten propuestas para avanzar en lo señalado en el párrafo 38 de esta Declaración.

41. Reiteramos nuestro rechazo a las listas y certificaciones unilaterales por parte de países desarrollados que afectan a países de la América Latina y el Caribe, en particular las referidas a terrorismo, narcotráfico, trata de personas y otras de similar carácter, y ratificamos el Comunicado Especial aprobado por las CELAC el pasado 5 de junio, que rechaza la inclusión de Cuba en la denominada Lista de Estados que promueven el terrorismo Internacional del Departamento de Estado de los Estados Unidos.

42. Reafirmamos la Declaración de Santa Cruz, denominada “Ama Qhilla, Ama Llulla y Ama Suwa” (no robar, no mentir y no ser flojo), de la Primera Reunión Especializada de las Ministras, Ministros y Altas Autoridades de Prevención y Lucha contra la Corrupción de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), adoptada en Santa Cruz de la Sierra, Bolivia, el 8 de noviembre de 2013, en la cual se establece, entre otros temas, que los delitos de corrupción deben combatirse de forma rigurosa y sin impedimentos para su investigación, enjuiciamiento y sanción con respecto a las legislaciones nacionales y a los acuerdos internacionales vigentes; asimismo, celebramos la creación de un Grupo de Trabajo especializado en la Prevención y Lucha contra la Corrupción, que elaborará un Plan de Trabajo con el fin de promover e impulsar las líneas de acción según las bases y prioridades establecidas en la Declaración y en el Plan de Acción de CELAC para 2014, optimizando recursos, complementando los trabajos desarrollados en otros mecanismos y foros multilaterales y evitando la duplicación de esfuerzos.

43. Subrayamos la importancia de que nuestros países fortalezcan su preparación en materia de atención a controversias internacionales, y consideramos que se debe evaluar la posibilidad de que nuestra región se dote de mecanismos apropiados para la solución de controversias con inversionistas extranjeros. Manifestamos nuestra solidaridad con los países de la América Latina y el Caribe que están siendo afectados por reclamaciones que ponen en riesgo el desarrollo de sus pueblos, y solicitamos a las empresas y grupos trasnacionales que mantengan una conducta responsable y consistente con las políticas públicas adoptadas por los Estados receptores de la inversión. Ad Ref.

44. Reafirmamos la importancia de desarrollar herramientas que permitan fortalecer el sistema financiero internacional, lo cual debería contemplar una regulación más estricta y efectiva de las grandes entidades financieras, y la adopción de medidas concretas para lograr mejores prácticas internacionales en flujos financieros internacionales. En línea con esto, resulta de gran relevancia la reducción de la dependencia excesiva de las evaluaciones de las agencias calificadoras de riesgo crediticio.

45. Consideramos indispensable para la estabilidad y predictibilidad de la arquitectura financiera internacional, garantizar que los acuerdos alcanzados entre deudores y acreedores en el marco de los procesos de reestructuración de las deudas soberanas sean respetados, permitiendo que los flujos de pago sean distribuidos a los acreedores cooperativos según acordado con los mismos en el proceso de readecuación consensual de la deuda. Es necesario contar con instrumentos que posibiliten acuerdos razonables y definitivos entre acreedores y deudores soberanos, permitiendo hacer frente a problemas de sustentabilidad de deuda de forma ordenada.

46. Expresamos nuestra convicción acerca de la importancia que han adquirido los flujos de inversión extranjera directa en nuestra región y la necesidad que los mismos contribuyan efectivamente a los procesos de desarrollo de nuestros países, y redunden en un aumento de los niveles de bienestar de nuestras sociedades, sin imposición de condicionalidades, con respeto de su soberanía y en concordancia con sus planes y programas nacionales de desarrollo.

47. Consideramos necesario contar con una herramienta de planificación latinoamericana y caribeña ante los nuevos desafíos que enfrenta la CELAC, razón por la que resultan imperativos los esfuerzos colectivos de integración, solidaridad y cooperación, mutuamente ventajosa en particular con aquellos países vulnerables y de menor desarrollo relativo que servirán para la obtención de objetivos claros, medibles y adaptables a las distintas realidades nacionales, con vistas a la erradicación de la pobreza y a la promoción del desarrollo sostenible.

48. Ratificamos la importancia de la cooperación e integración financiera regional. En ese sentido, respaldamos las resoluciones adoptadas por las Ministros y Ministras de la CELAC en sus reuniones del año 2013.

49. Saludamos con beneplácito al Gobierno del Estado Plurinacional de Bolivia y al pueblo boliviano, por el lanzamiento exitoso al espacio ultraterrestre del primer satélite boliviano de comunicaciones denominado “Túpac Katari” (TKSAT-1), realizado el 20 de diciembre de 2013 en el centro espacial Xichang, de la República Popular China, reconociendo que los beneficios del Satélite llegarán a millones de bolivianos, facilitando el acceso a la educación e información y garantizará el ejercicio de los derechos humanos y facilitará el intercambio de conocimientos científicos entre los diferentes pueblos de América Latina y el Caribe.

50. Reiteramos nuestro más firme respaldo a los legítimos derechos de la República Argentina en la disputa de soberanía por las Islas Malvinas, Georgias del Sur y Sandwich del Sur y los espacios marítimos circundantes, así como el permanente interés en que dicha disputa se resuelva por la vía pacífica y de la negociación, conforme lo dispuesto por la Resolución 31/49 de la Asamblea General de las Naciones Unidas.

51. Reiteramos nuestro compromiso con el principio del derecho soberano de los Estados de disponer de sus recursos naturales y de gestionarlos y regularlos. Manifestamos, asimismo, el derecho de nuestros pueblos de aprovechar, de manera sustentable, los recursos naturales, los cuales cuentan con el potencial de ser utilizados como una importante fuente para financiar el desarrollo económico, la justicia social y el bienestar de nuestros pueblos.

52. Reiteramos nuestro más profundo rechazo a la aplicación de medidas coercitivas unilaterales y reiteramos, una vez más, nuestra solidaridad con la República de Cuba a la par que reafirmamos nuestro llamado al gobierno de los Estados Unidos de América a que ponga fin al bloqueo económico, comercial y financiero que impone a dicha nación hermana desde hace más de cinco décadas.

53. Nos comprometemos a seguir trabajando para consolidar a América Latina y el Caribe como Zona de Paz, en la cual las diferencias entre las naciones se resuelvan a través del diálogo y la negociación u otras formas de solución pacífica establecidas en el Derecho Internacional.

54. Tomando en cuenta los objetivos esbozados en la Declaración de Surinam, aprobados en la Primera Reunión de Ministros de Cultura de la CELAC celebrada los días 14 y 15 de marzo en Paramaribo, Surinam, enfatizamos la importancia de la cultura en Latinoamérica y el Caribe como el fundamento de la identidad de cada país y como catalizador de los procesos de integración regional. Subrayamos la importancia de la cultura y de las industrias culturales para las economías nacionales y asumimos el compromiso de promover el emprendimiento cultural, como una herramienta de conservación de nuestro patrimonio cultural y la generación de oportunidades de empleo y riqueza para nuestros pueblos, de tal forma que contribuya al bienestar de nuestros ciudadanos y al progreso de la sociedad en su conjunto.

55. Expresamos nuestra satisfacción por la realización de la VI Cumbre Mundial de las Artes y la Cultura, realizada en Santiago de Chile entre el 13 y 16 de enero pasados, lo que ha contribuido a proyectar a la región como un escenario privilegiado para viabilizar encuentros y diálogos de vocación universal en el ámbito de la cultura.

56. Reiteramos nuestro apoyo al proceso de diálogo que se lleva a cabo en La Habana, Cuba, entre el Gobierno de Colombia y las FARC, y saludamos los avances logrados mediante la consecución de acuerdos en dos importantes puntos de la agenda. Instamos a las partes a continuar el proceso dirigido a poner fin a un conflicto interno que por más de 50 años ha afectado el desarrollo político, social y económico de esa nación hermana. Saludamos y agradecemos el papel de los países garantes, Cuba y Noruega, y de los países acompañantes, Chile y Venezuela, en los logros alcanzados.

57. Reiteramos nuestro apoyo a la proclamación por la Asamblea General de las Naciones Unidas en diciembre de 2013 del Decenio Internacional de los Afrodescendientes, que se iniciará el 1o de enero de 2015, bajo el tema “Afrodescendientes justicia y desarrollo”; así como al Comunicado aprobado por los Ministros de Relaciones Exteriores de la CELAC, en su tercera reunión, que proclama el Decenio de los Afrodescendientes Latinoamericanos y Caribeños, iniciado el 1o de enero del presente año.

58. Reconocemos la importancia de considerar el rol esencial de la acción colectiva de los pueblos indígenas y de las poblaciones locales en la conservación y uso sustentable de la diversidad biológica, como un aporte significativo al Planeta. Apoyamos las acciones que están desarrollándose para impulsar su reconocimiento oficial.

59. Reiteramos la necesidad de tomar medidas para proteger los derechos sobre los conocimientos tradicionales y ancestrales de los pueblos indígenas y tribales y comunidades locales, evitando su vulneración por parte de terceros a través de registros que no reconozcan su titularidad, así como de promover la participación justa y equitativa en los beneficios que se deriven de su utilización. Apoyamos la negociación que se está llevando a cabo al respecto en los foros multilaterales competentes.

60. Destacamos que las negociaciones del Documento Final conciso y orientado a la acción de la Conferencia Mundial sobre los Pueblos Indígenas, de la Reunión Plenaria de Alto Nivel del sexagésimo noveno período de sesiones de la Asamblea, que se conocerá como la Conferencia Mundial sobre los Pueblos Indígenas, a celebrarse el 22 y 23 de septiembre de 2014 en Nueva York, estarán dirigidas a compartir puntos de vista y las mejores prácticas sobre la realización de los derechos de los pueblos indígenas, incluyendo la realización de los objetivos de la Declaración de las Naciones Unidas sobre los derechos de los Pueblos Indígenas, y tomamos nota de las recomendaciones de los principales temas de la Conferencia Preparatoria Mundial de los Pueblos Indígenas para la Conferencia Mundial sobre los Pueblos Indígenas, celebrada del 10 a 12 de junio de 2013, en Alta, Noruega. Tomamos nota de la iniciativa del Gobierno de México de llevar a cabo una reunión preparatoria de la Conferencia Mundial en abril del 2014.

61. Apoyamos el Año Internacional de la Agricultura Familiar declarado por la Asamblea General de Naciones Unidas.

62. Saludamos la elección del Estado Plurinacional de Bolivia a la Presidencia del Grupo de los 77 y China durante el año 2014, y nos comprometemos a brindarle todo nuestro apoyo en el ejercicio de dicha responsabilidad a fin de que redunde a favor de los intereses de la América Latina y el Caribe. Asimismo, celebramos la organización de una Cumbre de Jefas y Jefes de Estado y de Gobierno del Grupo de los 77 más China, a llevarse a cabo en Santa Cruz de la Sierra, Bolivia, los días 14 y 15 de junio de 2014, en conmemoración del 50° aniversario de fundación del G77.

63. Consideramos la necesidad de una distribución geográfica equitativa en el sistema de Naciones Unidas y enfatizamos la necesidad de que América Latina y el Caribe incremente cuantitativa y cualitativamente su presencia en puestos clave de las Naciones Unidas y otros organismos internacionales, objetivo al cual dedicaremos nuestros mejores esfuerzos.

64. Reiteramos nuestras posiciones en torno a una reforma integral del sistema de las Naciones Unidas, muy particularmente, a la democratización de las instancias decisorias internacionales, en particular el Consejo de Seguridad. La democratización que se requiere debe incluir la representatividad, la transparencia, la eficiencia la democracia, el respeto por los mandatos de otros órganos de las Naciones Unidas y rendir debidamente cuenta a toda la membresía de la ONU.

65. Considerando que la migración internacional es un fenómeno global que involucra a más de 220 millones de personas entre los que se encuentran mujeres, niños, niñas, adolescentes e indígenas, reconocemos el valor del contenido de resolución adoptada durante el II Diálogo de Alto Nivel de Naciones Unidas sobre Migración y Desarrollo (DAN2013), la cual privilegia el enfoque de derechos humanos, destaca la urgencia de proteger a los grupos más vulnerables en los flujos migratorios e insiste en la necesidad de un mayor involucramiento de las Naciones Unidas, sus agencias, fondos y programas en la materia, así como el interés de incluir el tema de la migración internacional en la Agenda de Desarrollo Post 2015, entre otros asuntos, y nos comprometemos en fortalecer las acciones de cooperación en el marco de la responsabilidad compartida, para avanzar en la atención de los múltiples retos que la migración internacional nos plantea.

66. Ratificamos, el compromiso para fortalecer la lucha contra la delincuencia organizada transnacional, de conformidad con el Derecho Internacional. En ese contexto, estamos conscientes de que el delito y la violencia constituyen un obstáculo para el desarrollo pleno de la América Latina y el Caribe, y enfatizamos la necesidad de contar con una visión de consenso regional de seguridad ciudadana con un enfoque de desarrollo humano, y respeto a los derechos humanos y a los principios de soberanía nacional y no injerencia en los asuntos internos. Con esta perspectiva, debemos reforzar los mecanismos de diálogo y coordinación, según proceda, para mejorar las estrategias regionales sobre seguridad ciudadana y desarrollo sostenible.

67. Expresamos nuestra más seria preocupación por la grave situación humanitaria y de seguridad en la República Árabe Siria, y por la amenaza que representa para el Oriente Medio y para la paz y la seguridad internacionales. Encomiamos a las partes sirias por haber aceptado sostener negociaciones directas en la Conferencia Internacional sobre la situación en Siria (Ginebra II), bajo los auspicios del Enviado Especial Conjunto de las Naciones Unidas y la Liga de Estados Árabes. Felicitamos al Secretario General de las Naciones Unidas por la organización de dicha Conferencia. El diálogo y la negociación son urgentes y esenciales para avanzar en los esfuerzos de reconciliación nacional y para garantizar la plena aplicación de los Convenios de Ginebra en Siria. Reiteramos que sólo un proceso político inclusivo liderado por los sirios podrá conducir a la paz y a la realización de las legítimas aspiraciones del pueblo sirio, sobre la base de la estricta aplicación de los principios de soberanía, independencia, autodeterminación, integridad territorial y no injerencia en los asuntos internos.

68. Destacamos la celebración, por primera vez en las Naciones Unidas, de una Reunión de Alto Nivel sobre Desarme Nuclear, el 26 de septiembre del 2013, en la que la CELAC reafirmó la necesidad urgente de avanzar hacia el desarme nuclear y lograr la eliminación total y general de las armas nucleares de forma transparente, irreversible y verificable, e instó a trabajar para avanzar hacia la negociación de un instrumento universal jurídicamente vinculante, que prohíba las armas nucleares con un cronograma multilateralmente acordado. Nos comprometemos a darle continuidad a dichas posiciones.

69. Expresamos nuestra más alta preocupación por las consecuencias humanitarias de enormes proporciones y los efectos globales de cualquier detonación nuclear accidental o intencional. Exhortamos a la comunidad internacional a reiterar su preocupación sobre las consecuencias humanitarias de las armas nucleares, donde sea que se lleve a cabo el debate sobre este tipo de armas. Damos la bienvenida a los resultados de la Conferencia de Oslo sobre el Impacto Humanitario de las Armas Nucleares, celebrada en marzo de 2013 y, en este sentido, hacemos un llamado a todos los Estados a participar en la segunda Conferencia Internacional sobre el Impacto Humanitario de las Armas Nucleares, que se celebrará en México, los días 13 y 14 de febrero de 2014.

70. Tomamos nota con satisfacción, del acuerdo preliminar entre la República Islámica de Irán y el Grupo 5+1 en Ginebra sobre el programa nuclear iraní, lo cual demuestra que el diálogo y la negociación son la vía para dirimir las diferencias entre los Estados, y manifestamos nuestra expectativa de que pronto se alcance una solución amplia y duradera para la cuestión. Ratificamos el derecho inalienable de todos los Estados, de conformidad con lo dispuesto en el TNP, de desarrollar la investigación, la producción y la utilización de la energía nuclear con fines pacíficos sin discriminación, que, junto con el desarme y la no proliferación, constituyen los pilares del Tratado sobre la No Proliferación de las Armas Nucleares, del que todos los miembros de la CELAC somos parte.

71. Reiteramos nuestro llamado para que la Conferencia para el establecimiento de una zona libre de armas nucleares y otras armas de destrucción en masa en Medio Oriente, se celebre lo más pronto posible, de conformidad con lo acordado por las Partes del Tratado sobre la No Proliferación de las Armas Nucleares en 1995, 2000 y 2010, ya que contribuiría de forma valiosa al fortalecimiento de la paz y la seguridad internacionales.

72. Destacamos el valor y contribución a la paz y la seguridad internacionales del Tratado para la Proscripción de las Armas Nucleares en América Latina y el Caribe y sus Protocolos (Tratado de Tlatelolco), el cual estableció la primera zona más densamente poblada, libre de armas nucleares en el planeta. Subrayamos nuestro pleno apoyo a los trabajos del Organismo para la Proscripción de las Armas Nucleares en la América Latina y el Caribe y en este sentido, reafirmamos la importancia de la colaboración y cooperación entre la CELAC y la OPANAL, órgano especializado de la región, para articular posiciones comunes y trabajos conjuntos en materia de desarme nuclear.

73. Tomamos nota de la adopción del Tratado sobre Comercio de Armas por la Asamblea General de Naciones Unidas, en abril de 2013.

74. Tomamos nota de las actividades internacionales de la CELAC, especialmente la visita de la Troika Ministerial ampliada a la Federación de Rusia, las reuniones de la Troika Ministerial abierta de la CELAC con los Ministros de Relaciones Exteriores de la República de Corea, la República Popular China, el Consejo de Cooperación para los Estados Árabes del Golfo, Turquía y Japón realizadas en Nueva York con motivo del inicio del 68° Período de Sesiones de la Asamblea General de Naciones Unidas, así como la labor para concertar, con cada uno de estos interlocutores, una Hoja de Ruta para el diálogo y la cooperación.

75. Nos congratulamos del establecimiento del Foro CELAC-China y del Mecanismo de Diálogo con la Federación de Rusia, elementos que pueden redundar positivamente en las actividades de la Comunidad.

76. Estamos convencidos de que es necesario proseguir la búsqueda de nuevas sinergias de la CELAC a nivel internacional, para lo cual es preciso retomar aquellos que ya se iniciaron en 2012 y establecer modalidades adicionales de convergencia y relacionamientos.

77. Saludamos la coordinación entre los Estados miembros de la CELAC en las Naciones Unidas, y expresamos nuestra disposición a seguir trabajando en forma gradual en la materia, y a ampliar el trabajo a otras sedes en los casos que resulte posible y necesario.

78. Expresamos además nuestro apoyo al proceso preparatorio de la II Cumbre CELAC- UE, a celebrarse en Bruselas en el año 2015. Encargamos a los Coordinadores Nacionales y los Altos Funcionarios del Diálogo CELAC-UE, según corresponda que finalicen la negociación del acuerdo internacional para el establecimiento de la Fundación EULAC, con vistas a la II Cumbre CELAC-UE.

79. Agradecemos al Presidente de la República de Chile, Excelentísimo Señor Sebastián Piñera Echenique, quien este año finaliza su mandato, por la excelente labor y liderazgo desarrollado durante el proceso de convergencia y puesta en funcionamiento de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños, que culminó con la realización de la exitosa I Cumbre de la CELAC, celebrada en Santiago, Chile, los días 27 y 28 de enero de 2013.

80. Agradecemos a la República de Costa Rica por acoger la Presidencia Pro Tempore de CELAC en el año 2014 y la III Cumbre de la CELAC en el 2015. Reconocemos a la Excelentísima Señora Laura Chinchilla Miranda, Presidenta de la República de Costa Rica, quién culminará su mandato en mayo 2014, su firme y valioso apoyo a la CELAC desde su origen.

81. Agradecemos a la República del Ecuador por acoger la Presidencia Pro Tempore de CELAC en el año 2015 y la celebración de la IV Cumbre de CELAC.

82. Tomamos nota del ofrecimiento reiterado por la República Dominicana para ser sede de la CELAC en el 2016, presentado en febrero de 2013.

83. Expresamos nuestro agradecimiento al Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros de la República de Cuba por el liderazgo y trabajo realizado durante el ejercicio de la Presidencia Pro Tempore del foro y el reconocimiento al pueblo y Gobierno de Cuba por la organización de la II Cumbre de la CELAC en La Habana, los días 28 y 29 de enero de 2014.

La Habana, 29 de enero del 2014



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* nota aggiutiva dell'amministratore del blog

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